2020-2023
Fotografia digitale. Stampa inkjet su carta Hahnemuhle Luster
cm, 28,5×19 cm
Bio-diversità vegetale.
Pomodori della Fattoria Fonte Trocchi, Tufillo (CH), agosto 2020.
Dalla serie Non conforme.
Testo dal booklet della mostra Terra animata, presso Mattatio, Roma.
Una parte notevole della ricerca di Emanuela Ascari si concentra sull’agricoltura come «forma di cultura da cui recuperare una visione organica dell’esistenza». Attraverso «un processo di conoscenza basato su una metodologia di indagine territoriale» la sua pratica ha indagato sul campo i principi della permacultura e dell’agricoltura biodinamica. Riconsiderare il rapporto dell’uomo con la natura secondo questo punto di vista significa apprendere dalla natura e dai suoi processi, ristabilire un legame «tra l’uomo e il suo ambiente, tra arte e natura», inquadrando un rapporto di cooperazione tra le molteplici forme del vivente. Rielaborare le connessioni tra natura e cultura implica un cambio di postura determinante: «la cultura non può essere considerata come termine antitetico rispetto alla natura» osserva l’antropologo Francesco Remotti , «bensì come una sua dimensione interna di per sé indipendente dall’uomo al di là di ogni proclamazione di esclusività antropologica». Solo quando siamo in grado di osservare la natura così come è, solo quando siamo in grado di spiare la natura mentre crea, possiamo lasciarci sorprendere dalle sue forme inaspettate attraverso le quali la natura indomata manifesta la propria biodiversità. Ecco così che ci troviamo sorpresi di fronte alla creatività riottosa di una serie di pomodori anticonformisti espulsi dalle filiere di mercato per le loro forme eccentriche, estravaganti, attuare la loro rivoluzione contro culturale nei confronti di un’idea di natura non conforme all’idea che la natura ha delle sue forme. Operando sul recupero degli scarti agricoli l’artista induce il ‘consumatore’ a riflettere sul problema etico connesso al valore estetico applicato arbitrariamente ai prodotti della Natura. Una prassi che getta ancora una volta una sinistra luce antropomorfica sugli enti non umani piegati con artifici “naturali” a rappresentare una idea di mondo conforme a un ideale di perfezione. In fondo fu proprio il padre della biodinamica, il filosofo Rudolf Steiner, ad affermare verso la fine dell’Ottocento: «Non produce forse il mondo con la stessa necessità il pensare nella testa dell’uomo e i fiori sulla pianta?». Osserviamo questi pomodori e meravigliamoci di questo pensare non comune e della capacità eccentrica della Natura di dare forma all’inaspettato. (fro)