2013
> Progetto GAP – Global Art Programme, Waiting for Expo 2015, promosso da Artegiovane Milano e coordinato da FARE, in collaborazione con Art3 Valence, in residenza presso Moly-Sabata, Sablons (FR). Ottobre-dicembre 2013
Sablons, Rhone-Alpes, un territorio lungo il Rodano ad alta concentrazione di industrie e magazzini di stoccaggio di materie chimiche ad alta pericolosità, inceneritori di rifiuti e centrali nucleari. Ad ogni famiglia che vive in quest’area viene distribuito un opuscolo sui maggiori rischi industriali del territorio, con tutte le informazioni relative alle aziende, ai pericoli e al cosa fare in caso di incidente. Le aree a rischio vengono circoscritte su una mappa con un raggio in km dal centro industriale, come cerchi colorati che segnano i limiti del non-rischio. Sablons si trova all’interno di tre cerchi, azzurro, arancione e fucsia, e molto vicino ad altri sette.
Cosa significa “rischio”? Quale importanza dare, per la nostra vita, a qualcosa che le istituzioni stesse, pur accettandolo e promuovendolo per lo “sviluppo” del territorio e della società, ci presentano come “rischioso”?
Ho trovato significative alcune parole di Roland Desbordes, Presidente di CRIIRAD (Commission de Recherche et d’Information Indépendantes sur la Radioactivité), centro di studi e informazione nato nel 1986 a seguito dell’incidente nucleare di Chernobyl.
Esistono delle regole ma sono impressionanti sul piano sanitario, cioè il limite di dose di un
millisievert per anno non è il limite del non rischio ma il limite del rischio accettabile. Significa che
al di sopra della linea c’è un rischio inaccettabile e al di sotto non è che il rischio non esista, è solo
accettabile. Questo è scritto nei testi ufficiali.
Per la gente comune accettabile vuol dire nessun morto, niente impatti sanitari, invece le cose non
stanno così. Accettabile in realtà vuol dire un certo numero di morti per un tot mila abitanti legati
al rischio delle centrali, delle scorie o delle miniere di uranio, è un criterio economico in funzione
degli interessi rispetto ai danni sanitari. Ma è chiaro che non è una scelta democratica, è una scelta
di esperti che sono riusciti a far credere alle persone che il limite è il limite del non rischio, e questo è
totalmente falso. (Da L’inganno, inchiesta di Report (RAI) andata in onda il 29-03-2009.)
Questa ambiguità è sintomatica di un sistema industriale ed economico che ha già dimostrato importanti limiti ambientali, che riguardano anche l’agricoltura e l’industria alimentare.
Ho lavorato volgendo lo sguardo verso l’agricoltura industriale, quale pratica a forte impatto ambientale, dialogando con Jeane-Claude Girardin, ex venditore di prodotti fitosanitari chimici per l’agricoltura (che ora presiede una associazione ecologista per “salvare il nostro futuro”), rileggendo la Teoria della Decrescita proposta da Serge Latouche, recuperando alcuni principi di Agricoltura Biodinamica sulla necessità di mantenere il vivente, e vivendo assieme ad una piccola chiocciola trovata nell’insalata.
Da questa ricerca è nata la mostra Risque Acceptable, composta da tre lavori, un piccolo catalogo e un libretto in edizione limitata.
Tavolo la cucina con lumaca ragionando sui limiti